Gabriele Pennacchioli
Diabolik, Dylan Dog, Kung Fu Panda, Shrek, The Croods e Dragon Trainer hanno tutti qualcosa a che fare con le donne curvy. Se state pensando che l’unica cosa che accomuna questi fumetti e cartoni animati alle donne formose siano le pance di Po e di Shrek, vi invito a pensare invece all’artista che li ha disegnati, Gabriele Pennacchioli.
Animator, story artist, designer, fumettista, nato a Origgio (Varese), classe 1961, vive tra Europa e Stati Uniti e oltre a lavori pluriapprezzati e realizzati per produzioni del calibro di Dreamworks, da qualche tempo ha creato una splendida serie di immagini e animazioni dedicata alle donne in carne che mi sono state segnalate dalla mia amica e illustratrice Paola Patrizi.
Gabriele Pennacchioli: una vita di animazione
Ho avuto il piacere di intervistarlo per scoprire chi si nasconde dietro a un tratto delicato ed essenziale, capace di trasmettere con immediatezza molteplici sfumature ed emozioni.
D – Le immagini sono il tuo pane quotidiano. Talento a parte, ché senza quello non saremmo qui a scriverci, la tua passione per questo mondo è nata da qualcosa in particolare o ti ha sempre accompagnato?
R – La lettura dei fumetti credo abbia avuto un ruolo importante nel trasformare il mio piacere nel disegno in una vera passione, specialmente i supereroi Marvel. Uno dei miei favoriti era il “Silver Surfer” di Stan Lee e John Buscema.
D – In Italia conosciamo il tuo tratto per Dylan Dog e Diabolik, poi, al cinema, per grandi produzioni come Dreamworks e grandi successi come Kung Fu Panda, The Croods e Shrek, solo per citarne un paio. Cosa significa per te avere gli occhi di tutto il mondo puntati sulle tue opere?
R – Mi fa piacere che il mio lavoro sia visto ed apprezzato da tante persone. Cerco sempre di fare il mio meglio e di contribuire come posso ai progetti in cui sono coinvolto. Comunque non dimentichiamo che i fumetti e ancora di piu’ i film d’animazione sono il risultato di un lavoro collettivo che coinvolge tanti artisti.
Gabriele Pennacchioli e il mondo delle curvy
D – Perché creare una serie di immagini e animazioni dedicata alle donne abbondanti, o curvy che dir si voglia?
R – Le forme, le proporzioni e la bellezza della figura umana sono un tema corrente nei miei lavori. Ultimamente mi sono trovato a disegnare sempre più spesso la figura femminile. E mi è sembrato del tutto naturale disegnare donne di tutti i tipi. Specialmente le donne curvy, che trovo affascinanti per forme e proporzioni.
D – Le donne curvy che ritrai sono spesso impegnate in un’azione del quotidiano che le fa sembrare a volte bellissime, a volte a metà fra l’eroico e il buffo. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere, con questa tua serie?
R – Con i miei disegni cerco di creare una storia, una situazione o un’emozione. Disegnare una bella donna non mi basta, ho bisogno di esplorare il suo carattere la sua personalità sia in modo fantastico sia nella realtà quotidiana, che a volte è drammatica e a volte è comica.
D – Le donne in generale compaiono molto nelle tue raccolte e trasmettono sempre l’essere complicate, come da copione, ma c’è anche molta sensualità. Come cambia, se cambia, per un designer, il concetto di sensualità tra donna ‘magra’ e donna ‘abbondante’? Si può sempre parlare di bellezza?
R – Per me la bellezza trascende il tempo e la cultura. Apprezzo allo stesso modo una donna formosa dipinta da Rubens nel ‘600 quanto una fotografia della magra modella Twiggy degli anni Sessanta. Credo che ognuno abbia un senso della propria sensualità che non necessariamente è collegato ai valori estetici del tempo in cui vive. La cultura dei “selfie” mi sembra rappresenti questa voglia di far vedere/conoscere la bellezza, la sensualità e il carattere di ognuno di noi.
D – Attualmente vivi e ti muovi tra gli Stati Uniti e l’Italia. La percezione di ‘donna curvy’ cambia di molto fra questi due paesi? Le persone apprezzano in modo diverso questo tuo lavoro sulle donne abbondanti?
R – Forse in America sono più accettate, non saprei. Sui social media c’è un grande interesse. Molte persone mi scrivono e mi ringraziano per il mio lavoro. Alcune mi dicono che i miei disegni le aiutano a livello emotivo. Sapere che quello che faccio ha un significato così profondo mi rende molto felice.
Ecco altre fra le immagini più belle realizzate dall’animator che è possibile trovare anche nella sua pagina Facebook e nel suo blog personale.
Per me, che guardo e riguardo questi lavori rimanendo sempre più incantata dalla loro espressività, è stato un vero piacere poter intervistare un professionista come Gabriele.
Noemi Matteucci