A differenza dei paesi anglosassoni in cui il coaching è molto diffuso ed utilizzato in ogni ambito della vita, da quello personale a quello professionale e aziendale, in Italia c’è ancora molta confusione sulla figura del life coach. Scopriamo bene cos’è un life coach e come può aiutarci a ottenere il successo nei vari ambiti della nostra vita.
Cos’è un life coach? Di sicuro non il Divino Otelma
La confusione su cos’è e cosa fa un life coach è in parte causata dalla cultura ‘pseudoterapeutica’ a cui le nostre menti sono abituate e che porta ad assimilare questa professione a quella dello psicologo e psicoterapeuta, il cui compito è guarire da una malattia causata dal provare emozioni negative. Tanti hanno l’immagine erronea e stereotipata del life coach come motivatore, come guru intriso dal senso di onnipotenza e di superiorità il cui compito è quello di allenare l’ego delle persone al fine di convincerle del loro valore, del fatto che nella vita si può avere successo e diventare tutto ciò che si vuole per il semplice motivo che si esiste. Un persuasore, insomma, che aiuta a raggiungere il cambiamento ripetendo parole di incitamento del tipo: “Puoi farcela! Sei una persona di successo! Tu vali!”.
Preparatevi allo shock, allora: nessuna di queste definizioni inquadra la professione del life coach, tanto meno quella del life coach umanista.
Cos’è un life coach? E cosa fa il life coach?
Il coaching è una disciplina di matrice anglosassone, nata dalla commistione di diverse scienze come la sociologia, la filosofia e la psicologia positiva, le quali partono dal principio che sentimenti come l’insicurezza, l’insoddisfazione, lo stress, l’infelicità, il disorientamento o la voglia di cambiamento nascono dall’impossibilità, per la persona che li prova, di esprimere le proprie potenzialità.
La potenzialità è una facoltà umana sopita, trascurata o negata che, se espressa e allenata, può diventare potere psicologico, laddove per potere psicologico si intende un modo di essere della mente umana nel suo relazionarsi con la realtà in cui è inserita. Una competenza in grado di cambiare la propria realtà interiore, la propria relazione con il contesto e persino il contesto stesso in cui ci si trova.
Tre sono gli approcci al coaching:
- Il coaching narcisistico, che allena l’ego ipertrofico di un individuo che è fuori dal suo contesto. Pensate a quelle sale piene di gente che declamano slogan inneggianti al “Se vuoi puoi”, alle promesse di riuscita in cinque passi di chi ha individuato la chiave per il successo. Sul momento ti senti un dio, la testa si riempie di fantasie e delirio di onnipotenza. Ma poi torni a casa, l’euforia passa e ti trovi al punto di partenza.
- Il coaching performativo, che allena la persona a raggiungere un obiettivo nel minor tempo possibile promuovendo la negazione come soluzione del problema.
- Il coaching umanistico, in cui la performance si coniuga con lo sviluppo complessivo della persona, occupandosi della crescita personale in termini di felicità.
Cos’è la felicità?
Le ricerche psicologiche sul benessere e sulla felicità convergono in due filoni: uno denominato edonico e l’altro eudaimonico.
Il primo è incentrato sul concetto di benessere soggettivo riferito alla dimensione affettiva e alla stima della soddisfazione di vita. Il secondo utilizza il benessere psicologico e lo riferisce all’autorealizzazione considerata come attuazione delle potenzialità, risorse e predisposizioni individuali, realizzazione di obiettivi.
Per il principio edonico, la felicità è data dal piacere immediato, presente, goduto momento per momento. Mentre per gli antichi greci l’edonismo poteva rappresentare un valore in funzione dello sviluppo armonico dell’individuo, nella nostra cultura si è tramutato in un carpe diem sempre meno ambizioso e sempre più irrequieto. Tant’è che il principio del piacere immediato spesso diventa una possibile via di fuga dalla realtà. Il principio del piacere non ammette fallimenti perciò, nel momento in cui nonostante la ricerca del piacere immediato le persone manifestano ansia, inquietudine, sofferenza e disorientamento, significa che si è malati. Da qui nasce la cultura pseudoterapeutica a cui si faceva riferimento sopra: ogni emozione negativa diventa sinonimo di malattia e dunque necessita di terapia.
Ma allora, cos’è un life coach, se non è uno psicoterapeuta?
Il life coach rielabora una cultura dello sviluppo e studia le potenzialità umane. A questo scopo viene in soccorso la psicologia positiva di Seligman, che ha messo al centro del proprio studio la felicità umana riprendendo un altro concetto di felicità dalla filosofia: il principio eudaimonico. Si tratta di una felicità legata ai processi di autorealizzazione individuali, relazionali e collettivi. Una persona è felice se trova un’armonia tra ciò che è, ciò che fa e ciò che ama. A differenza di quanto promesso dall’approccio edonico, la felicità non sta in un week-end alle terme o nei bei vestiti ma nell’amare il proprio partner, nel coltivare le amicizie, nel rendere il lavoro un’impresa creativa. Per capire cos’è un life coach, bisogna capire che essere, fare e amare divengono le attività esistenziali che producono la felicità quando corrispondono ai propri desideri, aspirazioni e potenzialità. Ne consegue un processo virtuoso di interazione e mutua influenza tra benessere personale e benessere collettivo dal momento che la persona che esprime sé stessa ed è felice, rende felici anche gli altri.
Perché ci si rivolge ad un life coach?
Difficilmente chi si rivolge ad un life coach ha un obiettivo preciso da raggiungere o un sogno da realizzare. La maggior parte delle persone (circa il 90%) che cerca la consulenza di un life coach lo fa perché ha un problema che vuole risolvere e che può scaturire da diversi ambiti: da una crisi con il partner a un desiderio di autorealizzazione, dalla mancanza di autonomia a un rapporto difficile con se stesso o con i propri figli.
Cos’è un life coach? Prima di tutto ascolta
Cosa fa un life coach nello specifico? Accoglie il cliente, lo ascolta, individua le sue potenzialità. Lo stimola con domande, esercizi e riflessioni portando la persona ad immaginare un futuro, a definirlo, a trasformarlo in un progetto di vita da realizzare.
Cos’è un life coach per il cliente?
Un buon life coach non è un persuasore, ma un professionista che instaura con il cliente un rapporto fondato sull’accoglienza, sull’ascolto e sull’alleanza in un processo di ascolto attivo e domanda maieutica, che conduce la persona a individuare il suo desiderio, a rintracciare dentro di sé un significato, a dare uno scopo e un senso alla propria vita e a trasformarlo in un progetto di vita che porti a rendere felice la persona e chi la circonda esprimendo il meglio di sé.
In Italia il coaching umanistico, fondato dallo psicologo e life coach Luca Stanchieri, è diffuso dalla sua Scuola di Life & Corporate Coaching.