Nei giorni scorsi, le foto di Ashley Graham in sella ad una moto d’acqua con indosso un costume rosso in stile Baywatch hanno fatto il giro del web e Semplicemente Curvy ne ha fatto un meme nella pagina Facebook, meme che è stato apprezzato ma anche preso di mira dagli haters. Superare questo tipo di bullismo si può, allenando la potenzialità dell’intelligenza sociale.
Il meme su Ashley Graham di Semplicemente Curvy e come si può allenare l’intelligenza sociale
Vincere haters e bullismo con l’intelligenza sociale
Su Facebook, la pubblicazione del meme ha scatenato un dibattito molto acceso, che in poco tempo è degenerato in uno scambio di commenti di odio e di disprezzo nei confronti della categoria curvy e nei confronti del lavoro di questa redazione.
Credevo che la vision dietro Semplicemente Curvy fosse chiara, ma episodi come questo mi fanno supporre che forse il nostro messaggio non è chiaro. Non per tutti, almeno. Perciò faccio una (a questo punto) doverosa premessa. Questo magazine online nasce con l’idea di offrire alle donne con le curve uno spazio in cui potersi incontrare e confrontare. In cui trovare consigli utili in fatto di cose “frivole” – come abbigliamento e make up – ma anche più serie come la salute. In cui imparare ad amarsi e ad accettarsi. In cui riuscire a guardare ai propri difetti non come qualcosa contro cui accanirsi in maniera ossessiva, come se questi fossero un impedimento alla propria felicità.
Che però non equivale in alcun modo a far passare il messaggio che non ci si debba prendere cura di sé, ad incitare all’obesità, a sottovalutare le malattie serie che ne potrebbero conseguire. A conferma di quanto scrivo, vi invito a rileggere il mio articolo Come vincere l’insicurezza in cui parlo proprio dell’importanza della cura di sé.
Oltretutto, la stessa Ashley Graham ha dichiarato in diverse interviste di allenarsi, di fare del suo meglio per mangiare bene ma, allo stesso tempo, di essere orgogliosa della pelle che ha e di non vergognarsi di difetti estetici come cellulite e smagliature (che come probabilmente saprete colpiscono anche chi indossa una taglia 40!).
Purtroppo, quello degli haters è un fenomeno che si sta diffondendo ovunque in Rete. In tutto il mondo sono milioni coloro che, dietro ad una tastiera, invocano parole di odio contro gli altri e non c’è distinzione tra uomini e donne, giovani e meno giovani. Le donne ne sono il principale bersaglio, seguite dagli omosessuali e dai migranti. Questa loro eterogeneità rende impossibile categorizzare gli haters. L’unica cosa certa che li accomuna è il disallenamento di una delle potenzialità dell’umanità: l’intelligenza sociale.
La potenzialità dell’intelligenza sociale
L’intelligenza è l’abilità di esercitare il nostro pensiero astratto, di capire somiglianze e differenze tra le cose, di elaborare modelli e teorie, di vedere e comprendere relazioni. L’intelligenza ha due forme. Una fredda, cognitiva, che a seconda dei campi di applicazione può essere verbale, percettivo-organizzativa, spaziale. E una calda, che elabora informazioni che riguardano emozioni, sentimenti e motivazioni, in cui ritroviamo l’intelligenza personale, sociale ed emotiva.
L’intelligenza sociale parte dall’ascolto, dall’osservazione, dalla percezione delle relazioni e dei contesti in cui una cui una persona è inserita. Permette di capire e comprendere i sentimenti, le aspettative, i desideri e i conflitti interiori altrui.
L’accesso continuo a Internet e ai social network sta portando a disabituarsi ad allenare questa potenzialità, andando invece ad accrescere quello che la giornalista Elsa Vulliamy ha definito appiattimento cognitivo, ossia un calo del pensiero riflessivo. Man mano che utilizziamo la comunicazione veloce, ci abituiamo ad un altrettanto breve e veloce pensiero. Questo sta causando il declino della riflessione, che a sua volta contribuisce a diminuire l’importanza della moralità e ad aumentare la rilevanza dell’edonismo e della cultura dell’immagine. In altre parole, scambiare continuamente tweet e messaggi, commentare in maniera ossessiva post su Facebook e foto su Instagram come se non ci si potesse esimere dal dire la propria, ci sta facendo diventare esseri umani meno propensi al bene collettivo e altrui e più orientati all’ottenimento di beni effimeri, legati all’immagine.
È possibile ritrovare l’umanità che stiamo perdendo? Sì, con l’intelligenza sociale
È possibile invertire questa tendenza? Certo che è possibile, allenando l’intelligenza sociale!
Quando vi trovate davanti allo schermo del vostro PC, del vostro smartphone o del vostro tablet e volete commentare una foto o un post, prima di iniziare a digitare freneticamente i caratteri che compongono il vostro messaggio, fermatevi un attimo a riflette e domandatevi “Come si sente la persona con cui sto parlando?”. Domandatevi: “Come mi sentirei io al suo posto?” e pensate a come vi sentireste voi nella sua situazione, nel suo corpo, ascoltandovi internamente. Chiedetevi: “Quali desideri ha questa persona?” Solo a questo punto, se avete voglia di condividere il pensiero elaborato alla luce di questi quesiti, sentitevi pronti a commentare.
Se poi questo esercizio di riflessione e pensiero dovesse risultare troppo faticoso per voi, ve ne consiglio uno più semplice: contate fino a dieci ed abbiate il buon senso di tacere!