Viviamo in un mondo circondato da Blogger e Influencer dove, apparentemente, il successo è proporzionato alla quantità di Follower sul profilo Instagram e in cui la vita "perfetta" dei Social Media finisce per rovinare quella reale. Ma, per fortuna, ci sono anche Influencer che fanno della loro notorietà una posizione per dar vita ad iniziative decisamente positive sulla vita dei propri Followers. E Laura Brioschi è una di quelle Donne! È una modella italiana Curvy, che dopo aver vissuto in prima persona lo strano mondo delle modelle, decide di raccontare la sua storia per farlo diventare un punto di riferimento, nonché un esempio di forza e coraggio per ispirare le Donne di oggi che attraversano una fase di "non amore" verso il proprio corpo.
Laura Brioschi, da modella Curvy a simbolo del Body Positivity
Laura Brioschi, classe 1989 dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Una bellezza semplice e si avvicina al mondo della moda come Modella Curvy nel periodo in cui il concetto di modella curvy stava prendendo piede. Eppure, anche come modella plus size, la situazione non era meno complicata per le modelle "pelle ed ossa". Anche se le sfilate hanno iniziato lentamente ad annunciare che stavano accettando modelle formose, la pressione e le richieste di una dieta costante persistevano, portando Laura, come molte altre prima e dopo di lei, a soffrire di un disturbo alimentare e il suo caso era la bulimia. Nonostante ci siano stati dei progressi nel mondo della moda, questi sono comunque dei piccoli passi: modelle curvy sì, ma non troppo. Sono accettate taglie superiori alla 38, ma non troppe. Le modelle si ritrovano a vivere in una realtà distorta che inevitabilmente le porta a ritrovarsi in un tunnel di insicurezza, mancanza di autostima e ricerca costante di un canone di bellezza non solo irreale ma anche folle e pericoloso. Questa è la realtà che Laura Brioschi ha deciso di combattere quando ha scoperto l'espressione del Body Positive.
Le campagne delle modelle formose e delle donne di ogni genere nello spettacolo è ormai numeroso in tutto il mondo, e l'Italia non fa eccezione, anche se la strada da fare è ancora lunga. In risposta al body shaming, in movimento del body positivy si augura di sradicare la discriminazione che ha caratterizzato la nostra società per decenni sulla base di standard di bellezza surreali. Un corpo positivo significa accettare il tuo corpo e stare bene con te stesso, un concetto che Laura Brioschi ha assorbito e creato da sola e ha deciso di condividere con il resto del mondo, soprattutto con le Donne che continuano a faticare per accettare il proprio corpo, compreso quei chili di "troppo" che non si vedono al giorno d'oggi sulle passerelle di moda e nel mondo astratto dei Social Media.
Il blog Love Curvy di Laura Brioschi: la parte buona dei social media
La lotta personale di Laura Brioschi contro standard di bellezza impossibili e una società che non accetta la diversità è iniziata con il suo blog nel 2015: Love Curvy. In un momento in cui blog e social media sono diventati una realtà, Laura ha iniziato a bloggare con l'obiettivo di condividere la sua esperienza e portare la stessa consapevolezza a tante altre donne (e non solo) che non riuscivano ad accettare il proprio corpo. Credo fermamente che solo la magrezza corrisponda al diventare belli. Il profilo Instagram è stato successivamente inserito nel blog e ora conta oltre mezzo milione di follower.
Come utilizzare il potere dei social media per il benessere pubblico? Laura Brioschi deve aver trovato un modo! Non solo sui social, le sue battaglie si sono spostate anche nella vita reale, infatti, nel 2018, ha co-fondato insieme al suo partner la no profit Body Positive Catwalk, nota per i suoi pop-up organizzati, e si è diffusa in tutto il mondo... Centinaia di uomini e donne in vestiti o in mutande si sono radunati nelle piazze delle città italiane per l'esibizione spudorata del proprio corpo, diverso dagli stereotipi di bellezza per tanti motivi, che si tratti di qualche chilo di troppo, di una disabilità fisica o altro, la campagna il messaggio è stato chiaro e forte: tutte le istituzioni hanno gli stessi diritti ed è tempo di sbarazzarsi del pregiudizio vecchio stile.