Sarà capitato di certo a molte di voi di vedere come un adulto si trasformi improvvisamente in un bambino, non stiamo però parlando di quell'atteggiamento di gioco destato da un qualche ricordo, bensì da un comportamento che esprime un rifiuto di crescere, un' eterna fanciullezza e la ferrea volontà di rifiutare ogni forma di responsabilità: questo atteggiamento, che spesso si trasforma in una vera e propria incapacità di amare, è detta 'Sindrome di Peter Pan' che colpisce sia le donne che gli uomini.
Sindrome di Peter Pan
L'eterno bambino è per l'appunto come Peter Pan, si rifiuta categoricamente di crescere e vive in presente considerato eterno, quasi sempre senza regole: tutto ciò ha diverse cause, molte sono da rintracciare nell'eduzione impartita dalla famiglia, ma nella maggior parte dei casi la colpa è della società che non offre meccanismi di orientamento adatti una volta raggiunta la maggior età. Questo complesso si trasforma nell'impossibilità nel riuscire a portare avanti un rapporto di coppia poiché ci si rifugia in comportamenti egocentrici, proprio come quelli dei bambini che non vogliono sentire ragioni sui loro capricci.
Complesso di Peter Pan in psicologia
Il termine scientifico per questa sindrome è neotenia psichica e per la psicologia gli elementi che fanno stabilire se un soggetto è affetto da questo complesso sono molteplici: un attaccamento morboso alla famiglia (coadiuvato dall'atteggiamento iperprotettivo di uno e entrambi i genitori), la mancanza di regole e prospettive, una scarsa autostima, un maniacale interesse per il proprio aspetto fisico, l'insofferenza verso la solitudine ed ovviamente l'incapacità di offrire amore al di là del proprio egoismo.
Come guarire dalla sindrome di Peter Pan
Il percorso per la guarigione parte dall'imparare ad accettare che il mondo esterno alla propria comfort zone sia, purtroppo, anche ricco di difficoltà e dolore che vanno accettati non combattuti né ignorati. Per perdere i tratti infantili bisogna prendere di petto le paure e affrontarle, riuscire a gestirle scoprendo quali sono le nostre capacità, poiché la soppressione delle emozioni, delle difficoltà dei dolori può condurre a depressione ed ansia che con il tempo possono aggravarsi sempre di più diventando delle vere e proprie patologie.
Il primo strumento per superare il complesso è l'autoanalisi, un processo minuzioso che porti il soggetto a identificare tutti gli atteggiamenti che lo conducono in una conduzione infantile, ovviamente affrontare un percorso di questo tipo con uno specialista rende più semplice venirne a capo prima, poiché il professionista riuscirà a mettere il soggetto davanti alla realtà a cui ha sempre cercato di sfuggire.
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